domenica 15 aprile 2012

ILSANTO DI OGGI

15 Aprile
SAN DAMIANO DE VEUSTER   [WWW.SANTIEBEATI.IT]
I coniugi fiamminghi De Veuster hanno otto figli. Due diverranno suore e due preti dei Sacri Cuori di Gesù e Maria, detti anche «Società del Picpus», dalla via di Parigi dove è nata la congregazione. Giuseppe, penultimo degli otto, nato il 3 gennaio 1840, è destinato ad aiutare il padre, ma a 19 anni entra anche lui al Picpus prendendo il nome di fratel Damiano. Nell'istituto c'è anche suo fratello Pamphile: ordinato prete nel 1863, non va in missione perché malato e allora Damiano parte al suo posto anche se non è ancora sacerdote. Destinazione le Isole Sandwich, che più tardi si chiameranno Hawaii. Qui completa gli studi e diventa sacerdote nel 1864 e lavora nell'isola principale, Hawaii. Nel 1873 va nell'isola lazzaretto di Molokai, dove il governo confina i malati di lebbra e vi resterà per sempre. Nel 1885 viene contagiato. Muore dopo un mese e solo nel 1936 il suo corpo verrà riportato in Belgio. Giovanni Paolo II lo beatificò a Bruxelles nel 1995, mentre Benedetto XVI lo ha canonizzato in Piazza San Pietro l'11 ottobre 2009.
Etimologia: Damiano = domatore, o del popolo, dal greco
Martirologio Romano: In località Kalawao sull’isola di Molokai in Oceania, beato Damiano de Veuster, sacerdote della Congregazione dei Missionari dei Sacri Cuori di Gesù e Maria, che attese con tale dedizione all’assistenza dei lebbrosi, da morire colpito anch’egli dalla lebbra.





16 aprile:
Bernadette Soubirous, monaca (1844 - 1879)
Maria Bernarda (Bernadette per i familiari) è la fortunata fanciulla che l´11 febbraio del 1858, andata a raccogliere legna nei boschi vicini, giunta presso la rupe di Massabielle che su un lato aveva una piccola grotta, vide la Madonna. La visione durò il tempo che la piccola ci mise a far passare tra le dita i grani del rosario.
La Madonna riapparve altre volte, ed erano appuntamenti celestiali che procuravano alla piccola attimi di intensa gioia e in seguito anche ore di sofferenza e di drammatica tensione. Miscredenti, scettici e buona parte del clero volevano far passare la piccola innocente fanciulla per una visionaria e profittatrice, e la sottoponevano a estenuanti e umilianti interrogatori.
Sarebbero forse riusciti nel loro intento se un giorno Bernadette non avesse reso noto il nome della misteriosa signora. «Mi ha detto di essere l´Immacolata Concezione» riferì. Non poteva esserselo inventato quel nome, che era il condensato di una prerogativa della Vergine che quattro anni prima Pio IX, a conclusione di un secolare cammino di riflessione e di fede nella comunità dei credenti, aveva espresso in un dogma. E nel cuore di più di uno dei suoi persecutori quella luminosa rivelazione squarciò il velo di scetticismo che la loro supponenza aveva elevato.
La Madonna le aveva detto: «Non ti prometto di farti felice in questo mondo, ma nell´altro». E infatti il resto della vita fu per lei un lungo e doloroso calvario. La malferma salute aveva anche ritardato il suo ingresso nel noviziato di Nevers, dove nel 1864, a vent´anni, emise la professione assumendo il nome di suor Maria Bernarda. Il resto della vita, quindici anni, continuò a essere contrassegnato dalla sofferenza. Agli affanni della malattia s´aggiungevano spesso, per un disegno provvidenziale, la freddezza delle consorelle e l´incomprensione delle superiore.
Poi la sua malattia si aggravò costringendola a letto per nove anni: una lunga ed estenuante agonia per lei, ma edificante per gli altri perché vissuta con il sorriso sulle labbra, nella consapevolezza di dover soffrire ancora per il privilegio di aver potuto vedere la Vergine Immacolata. «Maria è così bella - diceva spesso - che quanti la vedono vorrebbero morire per rivederla».
Senza più forze, spossata dall´asma, l´umile pastorella di Lourdes il 16 aprile 1879 salì a rivedere la «bianca signora», che aveva segnato così profondamente la sua vita. L´8 dicembre del 1933, festa dell´Immacolata Concezione, Pio XI la proclamava santa.

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